Un giorno da Brian May

quel che farebbe qualunque chitarrista

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  1. ZiaBetta
     
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    SORPRESA! :roftl:
    Come promesso a Vale, ecco la giornata tipo (si fa per dire ) di Mr. Brian May


    CAPITOLO 1
    Se ne stava tutta la notte bocconi, con la schiena rivolta verso gli altri letti e la faccia contro il muro, immobile, cercando di dare l'impressione che stesse dormendo. Ma ormai non chiudeva occhio da giorni e sentiva di passare le sue giornate in uno stato permanente di dormiveglia, accontentandosi di ammirare quel piccolo scorcio di cielo notturno che gli concedeva la sua finestra.

    Dopo tanti mesi lì dentro, aveva imparato a riconoscere le infermiere dall'incedere dei loro zoccoli nei corridoi.
    Il passo pesante era senza dubbio di quella grassona antipatica mezza scozzese con il turno alle 6:00.
    Sapeva tutto quello che c'è da sapere sulle infermiere: aveva imparato i loro turni in ospedale, a capire se facevano il loro mestiere con passione o con noia e disaffezione da come disinfettavano la pelle prima delle iniezioni, aveva persino imparato a riconoscere la loro provenienza, facendo attenzione all'accento con cui facevano le domande di rito ai suoi compagni di stanza. Questa specie di gioco lo tenne "sveglio" i primi tempi, appena cominciò a migliorare, ma con il passare delle settimane, ogni volta che riconosceva un'infermiera ad occhi chiusi, la odiava.
    Odiava loro e i loro gesti di routine perchè odiava stare male, odiava quel posto, odiava sentirsi in qualche modo colpevole della fine prematura del loro tour in America.

    Pensava ai suoi genitori, a suo padre soprattutto. Lo aveva messo in guardia "a fare il musicista ti metterai nei guai". Certo nessuno avrebbe mai pensato ad una siringa infetta per una vaccinazione. Questo genere di incidenti era proprio lontano dallo stereotipo della rock star trasgressiva. Forse avrebbe dovuto cominciare a fare qualcosa di più oltraggioso, di più spericolato, qualcosa per cui valesse la pena vivere e morire in modo eroico, nel modo in cui è inteso nel mondo della musica.

    In effetti qualcosa di trasgressivo lo aveva fatto. E ci pensava continuamente. Quella serata a New Orleans fu letteralmente diversa dalle altre. A Chrissy raccontò tutto, del Dungeons, di Peaches. Una notta tragica, tra suppellettili dell'albergo che volavano, urla, grida e un mare di lacrime.
    La loro era una storia strana per tanti versi. Si erano conosciuti per caso in un pub, lui era con John e gli altri, e Veronica era con alcune sue colleghe di facoltà, tra le quali c'era anche Chrissy.
    Passarono l'intera serata a chiacchierare, gli era sembrata intelligente, simpatica. Lei invece si sentiva completamente ipnotizzata da lui. Da quel momento Chrissy cominciò a tessera la sua tela: era sempre disponibile, sempre al posto giusto e al momento giusto, fino a diventare assolutamente indispensabile per quel ragazzo così profondamente insicuro e fragile.
    Lui ci mise del tempo per capirlo, ma si rese conto che non era innamorato di lei, ma dell'amore che lei provava per lui.
    E' un ragionamento contorto, ed è vero che le pareti bianche degli ospedali fanno sì che i pensieri rimbalzino e si moltiplichino in un arabesco infinito. Ma era proprio così che stavano le cose. Lui amava le attenzioni che lei gli dava, le cure che aveva per lui, ma che fossero di Chrissy o di chiunque altra, non faceva alcuna differenza.
    Quella sera a New Orleans, invece, fu tutto diverso. Se è vero che esiste il colpo di fulmine, allora quella sera lo aveva vissuto in prima persona.

    A Chrissy spiegò esattamente tutto questo, lei lo mandò al diavolo tra le lacrime, andandosi a chiudere in bagno.
    Brian aspettò 20 minuti, prima che la ragazza riaprì la porta, singhiozzando. Con la testa bassa, gli buttò le braccia intorno al collo e gli disse "Non fa niente, ti perdono".
    Da allora, Brian aveva cominciato a star male, ad essere sempre stanco e inappetente. Era in momenti come questi che Chrissy tirava fuori i suoi assi nella manica.
    Riusciva sempre a fargli trovare le pietanze che lo facevano stare meno peggio, intercettava il cameriere dell'albergo e gli faceva l'interrogatorio per sapere per tempo quale fosse il piatto meno pesante che ci fosse nel menù. La sera, in qualsiasi albergo si trovassero, Chrissy riusciva sempre a fargli trovare una tisana o una camomilla, sul comodino della loro camera.
    Il chitarrista era convinto di essere malato d'amore, o quanto meno depresso. Chrissy pensava che la sua fosse una reazione al terribile senso di colpa per averla tradita.
    Solo che poi cominciarono le giornate passate in bagno a vomitare anche quello che non mangiava, e stare in piedi era diventata un'operazione fin troppo faticosa. Non aveva certo le energie per supplicare Chrissy di lasciarlo in pace. Nè tanto meno voleva restar solo. Ancora una volta, lei aveva saputo come fare per rendersi assolutamente indispensabile.

    L'ironia della sorte volle che il pomeriggio prima della loro partenza da New York, Chrissy e Brian litigarono. Il motivo del litigio, Brian nemmeno se lo ricordava più, ma quel giorno pensò bene di mandarla a quel paese. Per ripicca, Chrissy lo lasciò per conto suo, andando a trascorrere la serata con i Mott, il resto del gruppo e le rispettive fidanzate.
    Tornando in camera, dopo che Veronica recuperò John con un tasso alcolico ben al di sopra della soglia di sopravvivenza, Chrissy trovò Brian svenuto sul pavimento del bagno.
    Il medico, quella notte, non ebbe alcun dubbio. Bastava guardare il colorito del povero chitarrista per dedurre che sia Brian che Chrissy avevano sbagliato la diagnosi: si trattava di epatite.

    Chrissy aveva perso proprio nel suo campo di battaglia: aveva abbandonato il suo uomo proprio nel momento peggiore. Eppure questa specie di rivincita non consolava affatto Brian, che invece continuava a tormentarsi dalla noia, dai sensi di colpa e dai rimpianti.
    Sapeva che l'unica panacea a questi suoi momenti neri era la sua Red. Quanto gli mancava... durante il ricovero, nella sua testa si erano affollati tanti di quegli accordi, melodie e testi, che, appena uscito da quella gabbia, avrebbe potuto incidere un album intero.

    Invece l'album, i suoi compagni, lo stavano incidendo da soli. Lo avevano rassicurato "Quando esci di qui, dovrai sgobbare come un mulo!". Tutti, lì fuori aspettavano lui e la sua Signora. Ma essere atteso riscattava solo in parte l'amarezza di non poter essere presente alle incisioni.

    Tirò un lungo sospiro, mentre sentì avvicinarsi dei passi che non seppe assolutamente riconoscere. I tacchi non erano affatto quelli degli zoccoli. Erano più alti, lo intuiva bene, e l'incedere era fermo e sicuro.
    Quella novità meritava di girarsi dall'altro lato per guardare il mondo fuori dal suo animo tormentato.

    "Freddie?" Brian non aspettava certo la visita del suo amico.
    "Buongiorno capellone! Dormito bene?" chiese Freddie, mentre apriva tutti gli armadietti della camera.
    "Fred... ma si può sapere cosa stai facendo?" Brian si sentì in imbarazzo per il suo amico molesto.
    "Che palle... ma quale cavolo è il tuo... Ah eccolo!" esclamò Freddie, tirando fuori il borsone presente all'interno.
    "Fred, ma si può sapere cosa ti passa per la testa?" Brian cominciava a perdere la pazienza. Non era più tanto abituato ad interagire con gli esseri umani. Se l'essere umano in questione si chiamava Freddie Mercury, la faccenda si faceva anche più complicata.
    "Prima cosa: non chiamarmi Fred, lo sai che lo odio." puntualizzò Freddie, agitando il pollice destro.
    "Ok, Freddie. Posso sapere cosa ci fai con il mio borsone in mano?" Brian provò a riformulare la domanda, sperando di avere maggior fortuna.
    "Semplice tesoro" Freddie sfoderò la sua espressione più radiosa "torniamo a casa!"
    Brian, ricambiò l'amico con il suo sorriso migliore. Non riusciva a credere alle sue orecchie.

    Alle 8:00 di quella mattina d'estate, finalmente, Brian fu di nuovo libero.

    Edited by ZiaBetta - 14/2/2012, 09:40
     
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  2. ~«Sam»~
     
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    Bello ziaaa!!!Poi voglio le giornate tipo anche di Freddie e Rog!!!!
     
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  3. MoonyG
     
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    All'inizio stavo quasi per commuovermi :bfbf:

    Aspetto il seguito!! :drogat:
     
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  4. #Mayniac#
     
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    Zia, è stupenda :bfbf: Sto quasi per sciogliermi :bfbf:
     
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  5. ZiaBetta
     
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    CITAZIONE (~«Sam»~ @ 14/2/2012, 14:08)
    Bello ziaaa!!!Poi voglio le giornate tipo anche di Freddie e Rog!!!!

    oh mamma, ho paura a immaginarmele :roftl:

    CITAZIONE (#Mayniac# @ 14/2/2012, 15:19)
    Zia, è stupenda :bfbf: Sto quasi per sciogliermi :bfbf:

    Grazie ^_^ vedrai che tra un po' la giornata di Mr. May prenderà un'altra piega
     
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  6. MoonyG
     
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    CITAZIONE (ZiaBetta @ 14/2/2012, 15:21) 
    vedrai che tra un po' la giornata di Mr. May prenderà un'altra piega

    eh eh :shifty:
     
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  7. #Mayniac#
     
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    CITAZIONE (ZiaBetta @ 14/2/2012, 15:21) 
    CITAZIONE (~«Sam»~ @ 14/2/2012, 14:08)
    Bello ziaaa!!!Poi voglio le giornate tipo anche di Freddie e Rog!!!!

    oh mamma, ho paura a immaginarmele :roftl:

    CITAZIONE (#Mayniac# @ 14/2/2012, 15:19)
    Zia, è stupenda :bfbf: Sto quasi per sciogliermi :bfbf:

    Grazie ^_^ vedrai che tra un po' la giornata di Mr. May prenderà un'altra piega

    Basta che non ti soffermi troppo sui sanitari :facepalm:
     
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  8. ZiaBetta
     
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    CITAZIONE (#Mayniac# @ 14/2/2012, 15:23) 
    CITAZIONE (ZiaBetta @ 14/2/2012, 15:21) 
    CITAZIONE (~«Sam»~ @ 14/2/2012, 14:08)
    Bello ziaaa!!!Poi voglio le giornate tipo anche di Freddie e Rog!!!!

    oh mamma, ho paura a immaginarmele :roftl:

    CITAZIONE (#Mayniac# @ 14/2/2012, 15:19)
    Zia, è stupenda :bfbf: Sto quasi per sciogliermi :bfbf:

    Grazie ^_^ vedrai che tra un po' la giornata di Mr. May prenderà un'altra piega

    Basta che non ti soffermi troppo sui sanitari :facepalm:

    No no, non ci tengo :roftl:

    CITAZIONE (MoonyG @ 14/2/2012, 15:22) 
    CITAZIONE (ZiaBetta @ 14/2/2012, 15:21) 
    vedrai che tra un po' la giornata di Mr. May prenderà un'altra piega

    eh eh :shifty:

    non fatevi strane idee certe cose le lascio al distributore automatico di sogni per Valentina
     
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  9. #Mayniac#
     
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    CITAZIONE
    certe cose le lascio al distributore automatico di sogni per Valentina

    Alla fine è a questo che servono le zie, no? :darth:
     
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  10. ZiaBetta
     
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    CITAZIONE (#Mayniac# @ 14/2/2012, 15:27) 
    CITAZIONE
    certe cose le lascio al distributore automatico di sogni per Valentina

    Alla fine è a questo che servono le zie, no? :darth:

    I tuoi giochi di italiano non saranno più gli stessi
     
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  11. #Mayniac#
     
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    CITAZIONE (ZiaBetta @ 14/2/2012, 15:28) 
    CITAZIONE (#Mayniac# @ 14/2/2012, 15:27) 
    Alla fine è a questo che servono le zie, no? :darth:

    I tuoi giochi di italiano non saranno più gli stessi

    Oddio oggi mentre li facevo avevo la testa costantemente da un'altra parte :facepalm:
     
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  12. ZiaBetta
     
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    CAPITOLO 2 (era ora!!!)

    "Come? Torniamo a casa?" Brian era ancora incredulo.
    "Hai avuto l'epatite o la demenza senile precoce? Sbri-ga-ti!!!" Freddie era un misto di euforia per la sorpresa fatta all'amico e di intolleranza: era davvero allergico agli ospedali, non erano certo dei posti adatti a lui!

    Brian si avvicinò a Freddie che aveva ancora in mano il suo borsone, scavò alla ricerca dei suoi vestiti, quando Freddie lo interruppe "Brian.... c'è una cosa che devo chiederti....". Brian era troppo frenetico per potersi fermare, e con la testa bassa dentro la sua borsa, disse "certo, Freddie, dimmi pure..."
    Freddie, piccato dal fatto che Brian non gli stava dando le attenzioni che voleva, si fece serio "no davvero....", disse con tono cupo, abbassando la voce.
    Brian allora, con in mano camicia e pantaloni, alzò il capo e avvicinò la sua testa a quella del cantante, sussurrando "Freddie... cosa c'è?"
    Freddie allora esclamò ad alta voce "ma i tuoi pigiami sono tutti così orrendi?" e scoppiò a ridere, attirando l'attenzione degli altri pazienti in camera, piuttosto seccati da tanto baccano.
    Brian lanciò il borsone addosso a Freddie "va' al diavolo, Miss Camicette di Seta!" e sbuffando si voltò per andare a cambiarsi.
    Dal bagno poteva sentire ancora Freddie ridere "taci tu, sembri mio padre!!", mentre le infermiere lo rimproveravano di fare silenzio.

    __________

    Brian teneva in mano la cartellina con il foglio di dimissioni, mentre seguiva Freddie che incedeva nei corridoi dell'ospedale a passo svelto, i tacchi dei suoi stivali bianchi riecheggiavano in tutto l'ospedale.
    "Vuoi fare piano? Tra un po' ci cacciano a calci nel sedere!" bisbigliò Brian.
    "E allora? Tanto meglio, così faremo prima!" rispose Freddie, senza batter ciglio.
    Brian capì subito che discutere con Freddie era una battaglia persa, conosceva abbastanza bene il suo amico per capire che era abbastanza su di giri per aver architettato qualche sorpresa. Quindi decise di tenersi buono e attendere gli sviluppi della giornata.

    Freddie si avvicinò alla grande porta a vetri che conduce all'uscita sul lungo viale alberato. Aprì una delle due ante per far strada al suo amico, che schizzò fuori in un secondo per poi soffermarsi lì, a due passi dall'uscio, chiudendo gli occhi e respirando a pieni polmoni .
    Quelle molecole di ossigeno cariche del tepore di quella mattina d'estate riuscirono a lavare via, con un solo respiro, tutta la malinconia, la tristezza e i rimorsi accumulati in quelle settimane fatte di disinfettante e pareti bianche.

    Freddie rimase per un attimo a contemplare la pace dei sensi di Brian, ma aveva l'ingrato compito di interromperlo "forza, andiamo, che ci stanno aspettando da un pezzo", gli disse, con voce dolce.
    Brian riaprì gli occhi, ancora una volta, sorpreso "chi ci sta aspettando?" domandò.
    Freddie fece un cenno con la testa, indicando la fine del viale dell'ospedale, là, proprio vicino al grande arco che segnava l'uscita.

    C'era una Mini parcheggiata sotto un filo d'ombra di un albero. Sul cofano del motore, c'era una ragazza seduta, con un cappello di paglia, occhiali tondi da sole color ambra, capelli lunghi fino alle spalle, con indosso un abitino leggero a fiorellini e sandali di cuoio con le zeppe, ed un bel pancione in vista. Accanto a lei, in piedi, gli sorrideva un ragazzo dai capelli lunghi con il sole in faccia.
    I due si voltarono verso Brian e appena lo riconobbero, sfoderarono un enorme sorriso, la ragazza balzò in piedi, chiamandolo a gran voce.
    Brian rimase a fissare la coppietta, ammirato, inquadrandola come il ritratto perfetto della felicità. "Veronica! John!"
    Brian corse incontro ai due, e li abbracciò calorosamente come mai aveva fatto prima di allora, sperando quasi di poter assorbire, forse per osmosi, un po' della loro felicità.

    "Sei una persona orribile, Brian, a loro li spupazzi, e a me neanche un bacino sulla guancia!" Freddie interruppe il quadretto idilliaco, standosene con il broncio e le braccia conserte.
    "Eh su Freddie, non fare così!" Brian gli diede una pacca sulla spalla "lo faccio per non fare ingelosire la tua bionda consorte! A proposito di bionde... dov'è Roger?"
    "Ehmmm...." dissero John e Freddie all'unisono.
    "Beh" intervenne Veronica "non c'era posto per tutti in macchina, ma ci sta aspettando!"
    "Bene" disse Brian "allora andiamo! Non vedo l'ora di tornare a casa!"

    I quattro salirono in macchina, lo spazio era sicuramente troppo stretto anche solo per loro, ma Brian non se ne curò più di tanto. Abbassò il finestrino per lasciarsi accarezzare dal vento londinese, mentre riempiva gli occhi con gli alberi, il cielo, i negozi e perfino i semafori della sua amata città, che non vedeva da mesi. L'ultima cosa che aveva visto di Londra era stato l'aeroporto e per poi finire dritto sull'ambulanza.
    Invece quell'atmosfera era magnifica, si sentiva allegro e spensierato come un bambino, un momento perfetto. O quasi. Mancava all'appello qualcosa per sentirsi davvero a casa. La sua adorata Red Special.
     
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  13. MoonyG
     
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    Awww :miao:
    ma com'è tenero Brian?
    e poi? :sese:
     
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  14. ZiaBetta
     
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    CITAZIONE (MoonyG @ 3/4/2012, 23:32) 
    Awww :miao:
    ma com'è tenero Brian?
    e poi? :sese:

    il capitolo più inconcludente della storia delle FF :roftl: me ne rendo conto... ma mi serviva da ponte con quello che accadrà dopo
     
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  15. MoonyG
     
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    CITAZIONE (ZiaBetta @ 3/4/2012, 23:34) 
    CITAZIONE (MoonyG @ 3/4/2012, 23:32) 
    Awww :miao:
    ma com'è tenero Brian?
    e poi? :sese:

    il capitolo più inconcludente della storia delle FF :roftl: me ne rendo conto... ma mi serviva da ponte con quello che accadrà dopo

    Ti capisco :patpat:
    Pure io spesso scrivo solo per allungare un po' la storia
     
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118 replies since 14/2/2012, 01:42   2508 views
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