A Night At The Opera

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  1. ZiaBetta
     
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    CITAZIONE (#Mayniac# @ 23/8/2012, 14:35) 
    Ecco zia, perchè non continui pure la tua? :angry:

    Non ho tempo :darth: :darth: :darth:
     
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  2. *InTheYearOf39*
     
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    CITAZIONE (Sister Blue @ 27/8/2012, 21:18) 
    nuooooooooooo è stupenda :miao: continuala ti prego :darth:

    Ma grazieeeee :miao:

    ______________________

    Ecco il capitolo 9 ^_^

    Quello stesso pomeriggio Cecilia era a lezione all’università; “accidenti sono in ritardo!” pensava tra sé e sé la ragazza mentre correva in uno dei lunghi corridoi dell’accademia per raggiungere l’aula di disegno dal vero; una volta raggiunta l’aula la ragazza accostò l’orecchio alla porta “maledizione! Ha già iniziato lezione..e pensare che la pausa pranzo è finita da nemmeno cinque minuti”. La ragazza si fermò a prendere fiato “coraggio Cecilia..devi entrare! Tre, due, uno..via!” e così dicendo aprì la pesante porta dell’aula “oh, a quanto pare la puntualità non è il punto forte degli italiani” una voce piuttosto stridula risuonò nell’aula “mi scusi” disse Cecilia avviandosi verso il fondo dell’aula. Disegno dal vero era una delle materie più amate dalla ragazza, peccato che l’insegnante, una signora sulla cinquantina, dal naso arcuato e i capelli già brizzolati, fosse di un’antipatia disarmante; Cecilia stava percorrendo il lungo corridoio che tagliava l’aula a metà, quando vide in terz’ultima fila un cavalletto libero e decise di prendervi posto.
    Aveva appena finito di sistemarsi quando qualcosa le colpì la schiena. Si voltò di scatto e, poco distante dal suo sgabello, notò una gomma; si guardò attorno ma tutti sembravano concentratissimi a disegnare così poggiò la gomma sul suo cavalletto e si girò per proseguire il disegno; stava per appoggiare la matita sul foglio quando sentì chiamare il suo nome. Si girò nuovamente; dall’ultima fila un ragazzo si stava sbracciando da dietro un cavalletto; era Freddie. A Cecilia si illuminò il volto; la ragazza gli sorrise entusiasta “aspettami dopo lezione” bisbigliò il ragazzo facendole l’occhiolino; la ragazza rispose alzando il pollice e così facendo si mise a disegnare. In quel momento Cecilia si sentiva la persona più felice del mondo.
    Le due ore di disegno passarono velocissime; Cecilia stava ritirando le sue cose quando una voce stridula la fece trasalire “ha davvero una bella mano signorina” disse l’insegnante; mentre la stava ringraziando per il complimento, alla ragazza scivolarono dalla mano dei fogli di musica “ah..ma quella è musica! Come si permette di studiare musica durante l’ora di disegno dal vero! Certo, ha una splendida mano, ma qui si tratta di rispetto!” la rimproverò la professoressa. “Mi scusi, ma durante le due ore di disegno le assicuro che ho esclusivamente disegnato; ho tirato fuori dalla borsa questi spartiti solamente ora per poter sistemare meglio il materiale” tentò di giustificarsi Cecilia. “Non me ne faccio nulla delle sue scuse, cerchi di comportarsi in maniera civile e porti rispetto per la mia lezione” strillò l’arcigna signora , la ragazza tentò nuovamente di difendersi “le chiedo scusa, è che..” “E’ colpa mia!” la voce di Freddie risuonò in tutta l’aula “signor Mercury, nessuno l’ha interpellata” disse innervosita l’insegnante “certo, ma siccome sono io ad aver masso degli spartiti nella borsa della ragazza..” “la smetta di dire sciocchezze!” replicò con tono severo la professoressa “sono o non sono un musicista io?” Freddie sembrava non aver alcuna intenzione di mettersi da parte “e con questo?” rispose seccata l’insegnante “sa, i musicisti utilizzano gli spartiti per suonare” “da quando signor Mercury vuole farsi rimproverare?” “da oggi” “siete due irriverenti, pensate di potervi permettere qualsiasi cosa solo perché avete una mano splendida, ma vi sbagliate!” e così dicendo uscì dall’aula.
    “Tutto a posto Cecilia?” domandò Freddie; la ragazza confusa annuì. Passarono alcuni secondi di totale silenzio finché Cecilia chiese al ragazzo “perché hai detto quelle cose? Tu non c’entri nulla.. è stata colpa mia, ho il vizio di portare con me sempre qualche spartito..” “dovere mia cara, ti dovevo un favore!” replicò un sorridente Freddie “ma cosa stai dicendo?” incalzò Cecilia “dico che tu non solo quel giorno all’aeroporto ci hai ceduto il tuo posto, ma sei riuscita anche mandare via quel tizio con la puzza sotto il naso” disse Freddie “per così poco.. l’ho fatto con piacere!” rispose sorridendo Cecilia e aggiunse “a proposito.. come sta Brian?” “perché non lo constati tu in prima persona?” replicò il cantante facendo l’occhiolino alla ragazza “io?” ribatté confusa e imbarazzata Cecilia. “Sono le quattro e mezza, l’ospedale chiude alle otto e da qui ci vuole circa un’oretta a raggiungerlo.. forza, non perdiamo tempo!” e così dicendo afferrò Cecilia per un braccio “ehi, aspetta un attimo!” replicò la ragazza e proseguì “non so se Brian abbia voglia di ricevere delle visite inaspettate.. oltretutto mi ha vista una volta sola mentre stava male, probabilmente non..” “e nonostante questo si ricorda perfettamente di te” la interruppe il ragazzo facendole un sorriso sornione; “beh se le cose stanno così.. a me farebbe piacere rivederlo” disse la ragazza arrossendo e abbassando lo sguardo “e allora andiamo! Non c’è tempo da perdere!” concluse un euforico Freddie, sicuro che Brian avrebbe apprezzato la visita.
    Durante il tragitto il cantante le raccontò che stavano preparando un nuovo album, gli raccontò degli esordi, degli album precedenti e promise alla ragazza di portarla presto in sala prove; Cecilia, dal canto suo, gli raccontò della sua passione per la musica e per l’arte in generale. Stavano ancora discutendo vivacemente quando si ritrovarono di fronte a quel triste parallelepipedo di cemento; il cuore di Cecilia sembrava impazzito, batteva così in velocemente e così energicamente che le sembrava stesse per esplodere “lascia che ti faccia strada, darling” disse Freddie con fare ironico e così dicendo i due entrarono nell’ospedale.
    “Eccoci arrivati, la camera è quella laggiù” disse il cantante indicando la stanza numero 131; Cecilia era terrorizzata e euforica allo stesso tempo, chissà se era vero che quel meraviglioso ragazzo si ricordava di lei. La ragazza non ebbe tempo di sviluppare altri pensieri, in pochi secondi infatti si trovò nella stanza di Brian; “caro lemon boy, devi essermi grato, oggi ho portato con me una fanciulla che sono sicuro ti farà piacere vedere” disse il ragazzo varcando la soglia della camera. Una figura di spalle, slanciata, avvolta in un pigiama azzurro con delle sottili righe blu, era appoggiata al davanzale della finestra con lo sguardo rivolto verso il panorama; era Brian. Il vento gli smuoveva i soffici ricci, oramai poco definiti a forza di stare coricato a letto; nel sentire la voce dell’amico il chitarrista rizzò leggermente la schiena ma non si voltò e non proferì parola “ehi, ma che ti prende? come mai non mi saluti nemmeno?” chiese stupito Freddie. Il chitarrista scosse leggermente la testa e, restando sempre voltato di spalle disse “da quando ti comporti come Roger? sai bene che non mi interessa che mi portiate delle ragazze in stanza, anzi, se devo essere onesto la cosa mi ha sempre infastidito e da ora in poi non ho alcuna voglia di darvi corda. L’unica cosa di cui sento la mancanza è la mia splendida rossa.. quanto vorrei poterla abbracciare..” “sei un maleducato!” intervenne Freddie; Brian non rispose.
    Cecilia era pietrificata.. le ultime parole del chitarrista erano state taglienti come una coltellata “è ovvio che un ragazzo come lui abbia la ragazza” pensò tra sé e sé Cecilia “che stupida sono stata, come ho fatto a non pensarci...”; fu l’uomo che condivideva quella triste stanza con Brian a fare chiarezza “scusate se mi intrometto.. ma ogni volta assisto alla stessa scena e ogni volta mi ritrovo a rincuorare le ragazze. La rossa che lui desidera così tanto ardentemente riabbracciare altro non è che una chitarra! ” Cecilia sgranò i suoi grandi occhi verdi “confermo darling, è la sua chitarra” ribadì Freddie. La ragazza ci mise tutta la sua buona volontà per cercare di contenere l’entusiasmo, ma un sorriso di sollievo prese vita sul suo volto. “E con questo? non ci vedo proprio nulla di male, smettetela di sfottermi!” disse seccato Brian “hai intenzione di darci le spalle ancora per molto?” lo punzecchiò Freddie, ma il chitarrista per tutta risposta non reagì e non si mosse “ti confesso cara che non l’ho mai visto così pensieroso.. non so cosa gli sia successo”; Freddie stava cercando di consolare la ragazza quando John entrò nella stanza “Brian ecco il succo che mi hai chies” nel vedere Cecilia il bassista si interruppe e, dopo aver ripreso fiato, strillò stupito “Cecilia! oddio, ma sei proprio tu? non sai quanto mi faccia piacere rivederti, fatti abbracciare!” “fa molto piacere anche a me!” rispose sorridendo la ragazza. Nel sentire quelle parole Brian si voltò di scatto; Cecilia stava abbracciando John mentre Freddie lo guardava con aria sconsolata “accidenti che figura..è proprio lei” pensò disperato, ma al contempo felice, il chitarrista. Brian era a dir poco imbarazzato; il ragazzo fissava con aria interrogativa Freddie il quale si limitava a fargli delle smorfie. Nonostante il forte imbarazzo il chitarrista si avvicinò al gruppo; “Cecilia sei proprio tu?” chiese il ragazzo poggiando una mano sulla spalla della ragazza che, nel sentire quelle dita affusolate sul suo corpo, trasalì. “Emh.. si sono io” rispose voltandosi Cecilia e proseguì “ti chiedo scusa per l’irruzione, ma ho incontrato Freddie all’accademia e..” “accademia?” chiese stupito Brian “si, frequento anch’io l’accademia di belle arti, sai, amo disegnare..e così oggi durante l’ora di disegno dal vero ho incontrato Freddie; è lui che mi ha..” il ragazzo l’interruppe “non ti devi giustificare, sono felice che tu sia qui” disse il chitarrista con un tono di voce basso e pacato; il Brian scorbutico di qualche minuto prima sembrava essere scomparso. “Probabilmente tu non lo sai ancora ma sei stata invitata qui anche domani” continuò il chitarrista sorridendo “domani?” replicò stupita Cecilia “si oggi John ha chiamato a casa vostra per chiedervi di venire qui domani pomeriggio..non mi aspettavo di vederti già oggi” spiegò Brian “non ti preoccupare lemon boy, la prossima volta ti avviseremo con un bel po’ di anticipo così avrai tempo di cambiarti il pigiama e di farti bello” intervenne Freddie; questa affermazione causò l’ilarità in tutti i presenti. Il cantante poi aggiunse “Deacy, perché non offri qualcosa da bere anche a me?” John guardò Freddie con aria interrogativa “su forza, andiamo..” incalzò il cantante “ma Freddie” replicò il bassista “Cecilia è appena arrivata, perch..” “ho detto andiamo! Quando decido una cosa sai che non si discute!” disse con tono solenne il cantante strizzando l’occhio all’ingenuo John; “scusami Cecilia, quando Freddie decide una cosa è impossibile fargli cambiare idea; ci vediamo tra poco” disse il bassista sconsolato. I due stavano per uscire quando una voce li fece fermare “scusate giovanotti, non è che potreste darmi una mano ad alzarmi? Avrei voglia di fare due passi anch’io..” domandò il compagno di stanza di Brian; “ma certamente!” replicò Freddie “il buon Deacy non vede l’ora di offrire qualcosa da bere anche a lei!” e così dicendo i tre uscirono dalla stanza lasciando Cecilia e Brian da soli.


    Edited by *InTheYearOf39* - 31/8/2012, 15:36
     
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  3. Sister Blue
     
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    oddio ma è fantastica :darth: scrivi così bene complimenti :ooh: non vedo l'ora di leggere il seguito :drogat:
     
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  4. *InTheYearOf39*
     
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    CITAZIONE (Sister Blue @ 30/8/2012, 14:35) 
    oddio ma è fantastica :darth: scrivi così bene complimenti :ooh: non vedo l'ora di leggere il seguito :drogat:

    Grazie, troppo buona!!! :miao: :miao:
    Spero di riuscire a continuarla presto..ho già in mente i prossimi capitoli ^_^ l'unico problema è trovare il tempo per scrivere..
     
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  5. Sister Blue
     
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    tranquilla ;) sono in ansia per il continuo :darth: se vuoi anche io ho scritto una ff si intitola "Qualcuno da amare" ^_^
     
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  6. *InTheYearOf39*
     
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    Capitolo 10 ^_^

    Cecilia seguì con lo sguardo le tre figure uscire dalla stanza; la ragazza era a dir poco imbarazzata, chi l’avrebbe mai detto, pensava tra sé e sé, che avrebbe avuto l’occasione di rivedere quel ragazzo..e ora non solo quel suo desiderio si era avverato ma si trovava nella sua camera d’ospedale, a pochi centimetri da lui e per di più da soli. “Ti chiedo scusa per prima, sono stato un vero maleducato!” disse Brian non appena i tre chiusero la porta; Cecilia si voltò verso il ragazzo che ora si trovava proprio di fronte a lei. La ragazza stava per aprire bocca quando il chitarrista proseguì “è che il solo pensiero di avere per l’ennesima volta una ragazza sconosciuta nella mia stanza mi ha fatto innervosire più del solito”; Cecilia lo guardò con aria interrogativa e Brian proseguì “sai, Roger ha l’abitudine di venire a trovarmi ogni volta con una ragazza diversa e, nonostante gli abbia detto che la cosa mi infastidisce, lui continua imperterrito, e alla fine io mi annoio a morte e lui flirta tutto il tempo con la sventurata” il chitarrista fece una brevissima pausa e proseguì “sventurata.. in realtà le donzelle sembrano apprezzare molto il servizio.. insomma l’unico a cui non importa niente di tutta questa faccenda sono io” disse sconsolato Brian. Cecilia nel sentire quest’ultima affermazione scoppiò a ridere; “guarda che sono serissimo” intervenne il chitarrista “e oggi quando Freddie ha detto che aveva portato una ragazza non ci ho più visto così..” Cecilia lo interruppe “beh ma se ci pensi bene ha detto la verità; alla fine questa è la seconda volta che ti vedo, sono una sconosciuta anch’io” disse con tono ingenuo la ragazza ma sapendo in realtà bene dove voleva arrivare. Nel sentire quelle parole Brian rimase un attimo smarrito, ma poco dopo si giustificò “ma con te è diverso” disse imbarazzato e proseguì “anche se ti ho vista solamente due volte è come se ti conoscessi da tempo. E’ una sensazione strana, non so nulla di te, eppure mi sembra di conoscerti e di sentirti affine a me”; gli occhi di Cecilia brillavano come non mai “è la stessa cosa che provo io..sarà che tra musicisti ci si intende” disse sorridendogli la ragazza per celare l’imbarazzo. “Musicista? Non mi dire che suoni anche tu!” esclamò con entusiasmo il ragazzo “beh..sì. In Italia frequentavo il conservatorio e poi..” “ma è fantastico!” disse un Brian sempre più stupito interrompendo la ragazza e proseguì “ti spiace se ci sediamo? Sai, non sono ancora in piena forma e mi stanco facilmente” “accidenti ti chiedo scusa! non ci avevo pensato..” rispose mortificata Cecilia, e così dicendo i due si avviarono verso il letto del ragazzo.
    La ragazza si sedette su una vecchia sedia di legno in corrispondenza della finestra poco distante dal letto di Brian; quest’ultimo, dal canto suo, mise due cuscini contro la testiera di ferro del letto e vi poggiò la schiena.
    I due iniziarono a chiacchierare perdendo completamente la cognizione spazio-temporale; Brian le raccontò della sua passione per l’astrofisica, del college maschile che aveva frequentato, della sua chitarra, degli esordi musicali e di mille altre cose; Cecilia era sempre più affascinata. La ragazza, dal canto suo, parlò della sua passione per la musica, del pianoforte, del conservatorio, dell’accademia di belle arti, dello stile di vita italiano e di altre curiosità destando sempre più interesse nel ragazzo; quest’ultimo ad un certo punto si interruppe per riposizionarsi i cuscini dietro la schiena, che nel frattempo erano scivolati via.
    Cecilia approfittò del fatto che il ragazzo si stesse sistemando per osservarlo indisturbata; era davvero magro, grazie alla casacca del pigiama, caratterizzata da una pronunciata scollatura a V, e al fatto che i primi bottoni erano slacciati, Cecilia poteva intravedere il petto del ragazzo. Tuttavia ciò che l’aveva colpita fin dal primo momento erano quei meravigliosi riccioli scuri, che rimbalzavano leggeri ad ogni movimento del giovane, e quegli occhioni nocciola, in grado di esprimere con una chiarezza inverosimile tutte le sensazioni e i sentimenti che attraversavano la mente di Brian. “Cecilia? ehi..mi senti?” il chitarrista irruppe prepotentemente nei pensieri della ragazza la quale, presa alla sprovvista, replicò con la prima cosa che le passò per la mente “si si, stavo pensando che deve essere davvero difficile essere costretti a vivere in un ospedale..sai già per quanto tempo dovrai rimanerci?” chiese Cecilia; il ragazzo annuì tristemente e aggiunse “temo quattro settimane” “accidenti, mi spiace..non pensavo dovessi restarci così tanto, scusami davvero non volevo..sono il solito impiastro” disse demoralizzata Cecilia abbassando lo sguardo. Questa confessione così sincera fece molta tenerezza a Brian il quale cercò di confortare la ragazza “non ti devi sentire in colpa, non potevi saperlo” disse con un sorriso; Cecilia tuttavia sembrò non sentire quelle parole. La ragazza continuava a maledirsi per aver rovinato quel magico momento a causa delle sue fantasticherie; Brian, percependo bene lo stato d’animo di Cecilia, allungò un braccio e appoggiò la sua mano sulla testa della ragazza. Nel sentire quelle dita affusolate scorrere sui suoi capelli la ragazza sollevò leggermente la testa e vide un sorridente Brian che si divertiva a scompigliarle i riccioli; si sentì immediatamente sollevata e rincuorata. Il chitarrista, non appena vide riapparire un sorriso sul volto di Cecilia disse con tono serio “tuttavia, non penserai mica di cavartela così?!?” la ragazza sgranò i suoi grandi occhi verdi “dimmi, cosa posso fare?” chiese titubante Cecilia “ora, così su due piedi, non saprei..per trovare la giusta punizione devo pensarci su un po’” replicò sghignazzando Brian “oh accidenti a te! E io che ti stavo anche ascoltando seriamente..” intervenne la ragazza e proseguì “se non fosse che siamo in un ospedale e che sei ancora debole ti prenderei a cuscinate..” “una battaglia con i cuscini, ma è fantastico!” esclamò Brian e così dicendo si sfilò un cuscino dalla schiena e lo lanciò a Cecilia che, seppure perplessa, lo afferrò al volo. “Tu sei matto, prima faticavi a stare in piedi e adesso vuoi fare a cuscinate? Capisco che qui le giornate siano noiose, ma una battaglia di cusci.. ” la ragazza stava cercando di dissuadere Brian quando questo l’interruppe “avanti, colpisci!” e così dicendo fece uno scatto dal letto per colpire la ragazza, quando John, Freddie e il compagno di stanza del chitarrista aprirono la porta. Cecilia si accorse dell’incursione e voltò la testa verso di loro mentre Brian, eccessivamente preso dal gioco, non si accorse dell’arrivo dei suoi amici e colpì delicatamente Cecilia urlando “colpita!” “..e affondata!” disse Freddie con tono sconsolato mentre attraversava la stanza e, una volta avvicinatosi all’amico disse ridacchiando “ti è andato di volta il cervello? da quando si colpiscono a cuscinate le ragazze? Senza contare che sei in un ospedale e che non dovresti affaticarti”; John nel frattempo aiutò il compagno di stanza di Brian a mettersi a letto e raggiunse i suoi amici “su ragazzi, posate i cuscini.. cosa sarebbe successo se anziché noi fosse entrata un’infermiera?” disse il bassista con tono di rimprovero “vi chiedo scusa” disse Cecilia “chiedo scusa anch’io” disse Brian e proseguì “comunque lei non c’entra nulla, sono io che mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo, lei ha anche cercato di dissuadermi!” “non ne avevamo dubbi” risposero all’unisono John e Freddie. La conversazione fu interrotta da un’infermiera che fece notare ai giovani che l’orario di visita era finito,“appena in tempo” sussurrò John; nel sentire queste parole Freddie, Brian e Cecilia scoppiarono a ridere. “Caro il mio lemon boy, se riesco faccio un salto anche domani” disse Freddie incamminandosi verso l’uscita; il rumore dei tacchi del cantante sul pavimento risuonava fino in corridoio. “A domani!” disse John facendo l’occhiolino a Brian e, rivolgendosi a Cecilia, aggiunse “verrete anche tu e Rossella vero?” “contaci!” replicò sorridendo la ragazza.;“evviva!” disse John e continuò “ora è meglio che andiamo altrimenti tra poco l’infermiera ci sgrida”. Cecilia si voltò verso Brian, che era in piedi di fronte a lei, e sorridendogli disse “ti ringrazio per questo pomeriggio, è stato bello chiacchierare con te” “ha fatto molto piacere anche a me” rispose Brian “allora a domani!” concluse la ragazza. John e Cecilia stavano per voltarsi quando Brian afferrò la ragazza per un braccio, la tirò verso di sé e l’abbracciò stretta; Cecilia si sentì smarrita, mille sensazioni le stavano attraversando il corpo e la mente, ma, nonostante fosse realmente sconvolta, ricambiò la stretta. Il ragazzo la stringeva forte tra le sue braccia, accarezzandole con una delle sue affusolate mani la schiena. Cecilia si lasciò andare, accarezzò anch’essa dolcemente la schiena a Brian e poggiò la testa sul suo petto; in quella posizione poteva sentire il cuore del ragazzo battere forte. Quei pochi istanti, probabilmente una manciata di secondi, a Cecilia sembrarono un’eternità. “Grazie per essere venuta a trovarmi” sussurrò infine Brian allontanando da sé la ragazza; quest’ultima era davvero confusa ma gli rispose ugualmente con un sorriso, facendo del suo meglio per mostrarsi a proprio agio. In fondo, pensava tra sé e sé, qualche ora prima aveva abbracciato John quindi non c’era nulla di strano; tuttavia questo abbraccio era completamente diverso da quello che c’era stato con il bassista, e in cuor suo Cecilia ne era consapevole. “Bene, ora che vi siete salutati direi che dobbiamo proprio andare” disse John rompendo il silenzio che si era creato; il bassista e Cecilia stavano varcando la soglia della camera quando Brian urlò “ho trovato la punizione!”. John si voltò e guardò l’amico con aria interrogativa mentre Cecilia replicò con un “sentiamo!” ; il bassista, nel sentire rispondere la ragazza con tono così deciso e sicuro, la scrutò in maniera perplessa. “Se non è un problema vorrei..” il chitarrista si fermò a riprendere fiato “vorrei che venissi a trovarmi più spesso” disse imbarazzato “per così poco!” rispose sorridendo Cecilia e proseguì “lo farò!”. Gli occhi di del chitarrista si illuminarono; la ragazza e John intanto salutarono un’ultima volta Brian e svanirono nel corridoio.

     
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  7. catespa
     
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    Wow!! Bellaaaa mi piace!!! Continua!!! :)
     
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  8. Sister Blue
     
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    oddio è stupenda :darth: :darth: continuaaaaaaaaaaaaa :drogat:
     
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  9. *InTheYearOf39*
     
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    Grazie ragazze :miao: Appena ho un po' di tempo la continuo :)
     
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  10. *InTheYearOf39*
     
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    Ok, è da quasi due anni (un anno e mezzo dai^^) che ho lasciato questa FF in sospeso...sono scandalosa! Purtroppo ho avuto davvero pochissimo tempo per scrivere..tuttavia ho pensato che fosse giusto, in qualche modo, continuarla. I tempi di pubblicazione dei capitoli non saranno brevissimi (tra poco tra l'altro iniziano gli esami..si salvi chi può) però ce la metterò tutta per non fare passare troppo tempo tra un capitolo e l'altro.

    Capitolo 11:

    Quella sera Brian non riuscì a chiudere occhio; era irrequieto, mille pensieri gli attraversavano la mente. Quella ragazza, Cecilia, aveva portato una sferzata di energia alla sua vita e lui gliene era infinitamente grato; non si era mai sentito così euforico, così felice..per una ragazza. Era sempre stato piuttosto impacciato, anzi, a dire il vero non gli era mai importato molto delle ragazze, la sua rossa era la sua unica vera passione; era sempre presente, nei momenti di tristezza, di malinconia, di rabbia..lei c’era sempre, era lì, pronta ad assecondarlo e ad aiutarlo a sfogarsi. Ma da quel giorno in aeroporto qualcosa in lui era cambiato, sentiva la necessità di prendere l’inziativa, di mettersi in gioco, di iniziare a sbilanciarsi.
    Erano oramai le nove passate quando Cecilia rientrò a casa. Rossella scrutò l’amica con sguardo interrogativo ma poi, ricordatasi della telefonata di John, fece un sorriso a tutto tondo. “Che hai da ridere?” le chiese stupita Cecilia “non immagini cosa è successo oggi” replicò Rossella “mi spiace deluderti ma sicuramente è più sorprendente quello che è successo a me” ribattè Cecilia. “Mh..è una sfida questa?” incalzò Rossella e proseguì “allora sono certa di vincere!” “ti sbagli” rispose una sorridente Cecilia “Ah si” disse Rossella con finto tono di sfida e continuò “Benissimo! Dimmi allora cara Ceci che cosa c’è di più straordinario di ricevere una telefonata da parte di John e Brian che ci invitano domani in ospedale?” “Forse incontrare Freddie all’Accademia, andare a trovare Brian in ospedale ed essere invitata di persona a ritornare domani?” rispose Cecilia “Che cosa??” urlò Rossella incredula “Ah..dimenticavo. Ovviamente c’era anche John” concluse Cecilia facendo l’occhiolino all’amica. “Mi prendi in giro??” chiese Rossella, Cecilia scosse il capo “allora mettiamoci a tavola! Ho già preparato tutto..voglio un racconto super dettagliato della tua giornata!” concluse Rossella.
    Il pomeriggio seguente alle tre in punto Rossella era davanti all’ingresso principale dell’ospedale; una leggera brezza le scompigliava i lunghi capelli castani ma la ragazza sembrava non sentirla. Era troppo impegnata a pensare a che fine avesse fatto Cecilia; di certo il fatto che fosse in ritardo non la stupiva affatto, anzi..tuttavia questo era un appuntamento importante, e quando si trattava di appuntamenti importanti l’amica era piuttosto puntuale. La ragazza stava muovendo nervosamente un piede e guardando ossessivamente l’orologio quando una voce che urlava il suo nome la distolse dai suoi pensieri; Rossella si voltò di scatto e vide John e Roger sbracciarsi dall’altro lato della strada. In pochi istanti i due musicisti la raggiunsero; Roger non esitò ad abbracciarla vigorosamente sollevandola da terra mentre John, imbarazzato, fissava sconsolato il suolo. Tuttavia Rossella riuscì a divincolarsi in fretta dal batterista, così John si fece avanti “Sono contento di vederti” disse sorridente ma allo stesso tempo imbarazzo il bassista e aggiunse “non pensavo che sarebbe accaduto così presto..” “sono molto felice anch’io” disse Rossella abbracciandolo; in quell’istante le gote di John diventarono incandescenti. “Accidenti ma sei congelata!” esclamò John e continuò “da quant’è che sei qui fuori al freddo?” chiese preoccupato il bassista “Non molto..sarà una ventina di minuti” rispose ingenuamente Rossella “Venti minuti!” urlò John “ma non siamo mica in Italia!” “Lo so” rispose imbarazzata Rossella “è solo che stavo aspettando Cecilia” “Accidenti..tu sei matta” disse John scuotendo la testa “avanti entriamo o ti prenderai un malanno “John ha ragione..fa molto freddo in questi giorni. Non ti preoccupare per la tua amica, l’aspetterò io qui” disse Roger con un sorriso sornione e aggiunse “e ti prometto che mi prenderò cura di lei”. I due scossero sconsolati la testa e entrarono nell’ospedale; Roger dal canto suo sfilò dalla tasca del suo giaccone di panno rosso un pacchetto di sigarette, si sedette a cavalcioni sulla ringhiera che delimitava la zona pubblica dalla zona ospedaliera e iniziò a fumare.
    Brian e Freddie stavano discutendo di alcune canzoni quando sentirono aprirsi la porta della camera; entrambi si voltarono di scatto. John e Rossella entrarono e quest’ultima salutò affettuosamente Brian; poco dopo, per sincerarsi delle condizioni di salute del chitarrista le chiese se poteva dare un’occhiata alla sua cartella clinica “sai, sono un’infermiera..” disse Rossella “mi piacerebbe constatare di persona il decorso della malattia” “Certo, fai pure” rispose sorridente Brian. La ragazza si avvicinò così ai piedi del letto dove si trovava la cartella quando un urlo la fece trasalire “non vorrai mica visitarlo?” strillò Freddie; la giovane infermiera e il chitarrista diventarono rossi come peperoni; “no assolutamente no” replicò affannosamente Rossella “volevo solo dare uno sguardo alla cartella clinica” “se è così..via libera” rispose Freddie sorridente.
    La ragazza stava leggendo le analisi contenute nella cartella quando Brian richiamò la sua attenzione “scusami Rossella se ti interrompo ma Cecilia non c’è?” chiese stupito il chitarrista “non ti preoccupare Brian” rispose la ragazza “è nel dna di Cecilia essere in ritardo, sono sicura che arriverà a momenti” “Ti ringrazio” rispose il chitarrista con uno sguardo un po’ triste “comunque non preoccuparti, Roger è sotto che l’aspetta!” aggiunse John sghignazzando “Che cosa? L’avete lasciata con Roger! Deacy ma da che parte stai?” urlò Brian sedendosi di scatto sul letto; il bassista tentò di giustificarsi “non ti agitare Bri, siccome Rossella si stava ibernando e Roger si è offerto di aspettarla..ho pensato ch..” ma fu interrotto dal chitarrista “accidenti a te! Sai com’è fatto Roger..” “Non ti preoccupare Brian, Cecilia sa badare a se stessa..e soprattutto sa tener testa ai marpioni come Roger” tentò di tranquillizzarlo Rossella e aggiunse “dalle analisi risulta che stai migliorando a vista d’occhio..vedrai che a breve sarai fuori di qui” il chitarrista le sorrise di cuore.
    “Oh, guardate il nostro Roger come saltella.. si starà congelando!” nel sentire le parole di Freddie, Rossella, John e Brian si affacciarono alla finestra; nonostante si trovassero al quinto piano riuscivano a vedere piuttosto dettagliatamente il batterista: il ragazzo stava saltellando sul marciapiedi quando, dopo essersi sistemato la sciarpa, decise di accendersi un’altra sigaretta.
    Dopo un paio di tiri urlò qualcosa, lanciò la sigaretta a terra, saltò atleticamente la ringhiera e corse verso una ragazza che stava tentando di legare con un lucchetto una bicicletta malconcia ad un palo stradale; era Cecilia.
    Nel vederlo alla ragazza si illuminò il volto “Roger, che piacere vederti!" Esclamò sorpresa “non immagini per me..è da mezz’ora che ti sto aspettando qui fuori, mi stavo congelando!” replicò il batterista sorridendo “sono mortificata” disse Cecilia “ma mi hanno trattenuta di più alla Royal Academy, mancava un pianista e così mi hanno chiesto di rimpiazzarlo” “tranquilla, sto scherzando..è uno dei miei passatempi preferiti aspettare le belle ragazze” rispose Roger con la voce da seduttore; Cecilia scoppiò a ridere.
    Vedendo in difficoltà la ragazza, Roger si offrì di aiutarla nel chiudere il lucchetto; quando si avvicinò esclamò “Oh cielo, ma tu hai i geloni alle mani!” “Non ti preoccupare, è normale..andando in bici con quest’aria gelida sarebbe strano il contrario. Il dramma è che oggi la pedalata è stata particolarmente lunga e io ho dimenticato i guanti a casa..” rispose Cecilia. Dopo aver chiuso il lucchetto, il batterista si alzò, si sfilò la pesante giacca rossa, vi avvolse la ragazza e, guardando quest’ultima con uno sguardo tenero e sexy allo stesso tempo, la strinse a se abbracciandola; intanto nella stanza 131 al quinto piano dell’ospedale, nonostante i termosifoni bollenti, calò il gelo.

    Edited by *InTheYearOf39* - 31/5/2014, 23:09
     
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