A Night At The Opera

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  1. *InTheYearOf39*
     
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    Grazie :miao:
    Ecco il quarto capitolo ^_^

    Con la sua ennesima sbottata Freddie riuscì a strappare un sorriso a Brian; Rossella e John si guardarono reciprocamente e anch’essi sorrisero compiaciuti. Cecilia invece era come paralizzata “come diavolo ho fatto a dire tutto quello che pensavo al primo colpo, senza esitazione, senza alzare la voce? Non è da me..” pensava tra sé; mentre era assorta nei suoi pensieri improvvisamente si sentì afferrare la vita da due braccia robuste e poco dopo si ritrovò sospesa nel vuoto sorretta da un ragazzo che aveva appena conosciuto che saltellava con lei in braccio gridando “Evviva, l’hai fatto scappare! Grandissima!” Roger era a dir poco euforico, continuava a saltare abbracciando la ragazza, mentre Freddie guardava divertito la scena.
    Cecilia però si accorse di non riuscire a gioire come il ragazzo; certo era contentissima di essere riuscita a far scappare quel tizio ma i suoi occhi non riuscivano a staccarsi da Brian il quale, dal canto suo, continuava a fissare il marciapiedi quasi come se volesse evitare di assistere allo spettacolo improvvisato del batterista. “Ora basta ti prego, mettimi giù..mi sta venendo il mal di mare!” Cecilia supplicò Roger di farla scendere; naturalmente il biondino non eseguì l’ordine al primo colpo ma continuò a saltellare con la ragazza in braccio; si decise a posare la ragazza solamente alla sua terza implorante richiesta.
    Freddie stava per iniziare le presentazioni ufficiali quando notò un taxi in lontananza.
    “Ragazze, il taxi sarà qui in un minuto quindi sarò brevissimo. Oggi avete avuto la fortuna di conoscere quella che a breve diventerà una band leggendaria, noi siamo i Queen; io sono Freddie, il cantante, poi abbiamo il bravo ragazzo del gruppo, ossia John, il bassista, alla batteria non può che esserci il provocante Roger mentre alla chitarra il nostro “lemon boy” ovvero Brian. “E voi, come vi chiamate?” “Io mi chiamo Rossella mentre lei è..” la ragazza lasciò la frase volutamente in sospeso certa che l’amica sarebbe intervenuta con il suo solito fare energico a completarla, ma Cecilia sembrava in un’altra dimensione “dicevo, lei è ..” e diede uno scappellotto all’amica che tornò quindi alla realtà “oh scusatemi mi ero distratta un attimo, io sono Cecilia, piacere!”.
    Nel frattempo il taxi aveva raggiunto il gruppo; iniziò quindi la fase dei saluti. Freddie fu il primo a salire in macchina e si sedette accanto all’autista, non prima di invitare le ragazze ai prossimi concerti “non sappiamo ancora quando riprenderemo a suonare in giro, dipende tutto dalla convalescenza di Brian; in ogni caso ci farebbe molto piacere avervi tra il pubblico”. Roger aiutò il taxista a caricare i bagagli dopo di che salutò le ragazze abbracciandole contemporaneamente; i suoi capelli biondi andarono ad intrecciarsi con i boccoli di Cecilia mentre i lunghi capelli di Rossella si impigliarono nella zip del giubbotto di pelle del ragazzo; “ora così sei costretta a venire con noi “ disse Roger con fare provocante facendo l’occhiolino alla ragazza.“Roger, smettila di fare il cascamorto” intervenne con tono seccato John, lasciando così Brian da solo, “piuttosto aiutala a liberarsi dalla tua zip”, “perché non ci pensi tu? ogni volta che tento di fare qualsiasi movimento le tiro i capelli..” replicò il biondino strizzando l’occhio al bassista il quale, imbarazzatissimo, cercò di liberare la malcapitata dalle mani e dalla zip di Roger. Cecilia guardava divertita la scena quando improvvisamente si sentì afferrare dolcemente la mano da lunghe dita affusolate; un Brian sofferente, oramai ai limiti delle forze, le si avvicinò e, recuperando le ultime energie rimaste le sussurrò “Grazie, grazie di tutto davvero..” e non staccando gli occhi da quelli della ragazza proseguì “mi farebbe molto piacere se venissi a sentirci suon..” “accidenti ma che state combinando, muovetevi a salire in macchina!” urlò Freddie riportando tutti alla realtà. “Mi dai una mano ad accompagnare Brian in macchina?” domandò Roger a Cecilia con tono divertito “certo, non sono molto robusta ma farò del mio meglio” rispose la ragazza voltandosi verso il batterista; il biondino nel frattempo si era sfilato il giubbotto di pelle rimanendo in camicia. Non si trattava di una camicia classica; il tessuto era lucido, forse raso o seta, e decorato con colorati arabeschi. La scollatura, parecchio pronunciata, e i primi bottoni, volutamente aperti, mettevano in bella mostra il petto del ragazzo; il fatto poi che fosse piuttosto attillata, metteva ulteriormente in risalto i muscoli del giovane. “Ma che diavolo ci fai in camicia, sei impazzito? Vuoi farti ricoverare anche tu assieme a Brian? siamo a settembre e siamo a Londra, mica a Barcellona.. fa decisamente freddo!” disse sconvolta la ragazza; “non ti preoccupare baby, è tutto sotto controllo..poi ogni volta che mi muovevo la tua amica si lamentava perché le tiravo i capelli, così ho risolto il problema alla radice” replicò Roger con un sorriso ed uno sguardo ammiccanti, “ho capito.. dai accompagniamo Brian al taxi” disse sconsolata ma allo stesso tempo divertita la ragazza. Il chitarrista si aggrappò con un braccio al collo di Roger e con l’altro si appoggiò alla spalla di Cecilia; quest’ultima sentiva premere sulla propria spalla le magre dita della mano di Brian, riusciva addirittura a sentirne il calore “che sensazione strana, pensava tra sé..”. Fu una sensazione breve; in pochi passi infatti i tre raggiunsero la portiera della macchina. Roger le rinnovò l’invito ai concerti ed entrò in macchina, Brian lo seguì ma prima di sedersi in macchina si voltò verso la ragazza, le afferrò nuovamente la mano e la guardò ancora una volta con quegli occhioni nocciola pieni di sconforto, in quanto era assolutamente consapevole del triste periodo che l’avrebbe atteso; Cecilia tutto questo lo percepiva molto bene e le riempiva il cuore di tristezza “Grazie..” disse infine stringendole le dita con tutta la forza che gli era rimasta, la ragazza ricambiò la stretta e, con un sorriso dal quale traspariva comunque nonostante gli sforzi un po’ di tristezza, disse “coraggio, rimettiti presto..non vedo l’ora di vedervi tutti e quattro in azione sul palco”. Nel frattempo John era finalmente riuscito a liberare Rossella dal molesto giubbotto di Roger, non senza attimi di imbarazzo: più volte infatti i due si erano sfiorati inavvertitamente le mani, e all’innocente contatto le loro gote erano diventate improvvisamente rosse; il tutto sotto lo sguardo sconsolato di Freddie. I due raggiunsero così Brian e Cecilia; il primo, dopo un’ultima stretta alle affusolate dita della ragazza, si sedette faticosamente in macchina aiutato da John che, pochi istanti dopo, sprofondò nell’ultimo posto rimasto libero accanto all’amico; un “a presto” collettivo mise fine a questo bizzarro incontro, la portiera dell’auto si chiuse e il taxi incominciò la sua corsa verso l’ospedale perdendosi, di lì a poco, nella nebbia londinese.
     
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